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L’Utility Manager all’evento RBM Lab: Energia… ma quanto mi costi?

All’evento organizzato da RBM Lab, in collaborazione con Confimprese, i massimi esperti nel settore energetico hanno parlato di efficientamento dei consumi e contenimento dei costi energetici per le aziende, proponendo soluzioni. Una tra queste? Avvalersi della figura dell’Utility Manager, un professionista la cui posizione è riconosciuta dalla Norma UNI 11782 e per il quale garantisce Assium

Presso la sede di McFit di Milano di viale Fulvio Testi si è svolto ieri l’evento “RBM Lab: Energia… ma quanto mi costi?”, il secondo di una serie di appuntamenti realizzati da RBM con la collaborazione di Confimprese, con l’obiettivo di approfondire le esigenze tecniche dei professionisti del retail.

Il focus della tavola rotonda? Un tema quanto mai attuale e molto caldo: l’efficientamento dei consumi e il contenimento dei costi energetici per le aziende. Un incontro, moderato da Giancarlo Cavazzoni, owner di Cavazzoni Associati, a cui hanno preso parte, dopo l’introduzione tenuta da Mario Maiocchi, responsabile del Centro Studi Confimprese, diversi esperti, tra cui: Stefano Landini, BU Manager Asset Management, Zucchetti; Michele E. Lo Martire, General Manager and Co-Founder, I-EH; Flavio Ceriotti, Sales Net National Manager, Repower; Nicolò Lazzarin, Key Account Manager Area Territoriale Lombardia, Enel X; Sergio Coletta, Project Manager, RSG Group Italia e Federico Bevilacqua, Presidente di ASSIUM.

«Per parlare con cognizione di causa dell’impatto che le utenze e la componente energetica possono avere sui costi che le imprese devono sostenere, dobbiamo partire dai dati ISTAT ed EUROSTAT – spiega Maiocchi di Confimprese – Rispetto al 2019, quindi un mondo pre-pandemico, oggi l’inflazione mostra che i prezzi sono esplosi, con un +8% dell’andamento generale dei prezzi dell’energia in Italia e un totale dei costi relativi alle utenze e al comparto energetico pari a +27%, che dalle aziende viene percepito con un valore più alto (+35%).

Fino a poco tempo fa, e parlo per esperienza diretta, ci si poteva permettere in azienda di ignorare i costi energetici, perché non subivano importanti fluttuazioni e soprattutto, sul totale del conto economico aziendale andavano a impattare per un massimo del 2% – prosegue Maiocchi – Ma oggi questo aumento dei costi va a erodere tutto il profitto di un’azienda. Da qui, l’importanza di gestire in modo controllato e oculato gli investimenti energetici, anche sapendo scegliere l’operatore giusto e chiudendo dei contratti di fornitura vantaggiosi».

Un argomento in cui Flavio Ceriotti, Sales Net National Manager di Repower, ha voce in capitolo: «I rincari in bolletta allarmano e fanno accusare gli operatori di mercato di stare lucrandoci sopra. Il che non è vero nella maggior parte dei casi: dei costi in bolletta, l’operatore ha un margine lordo di profitto del 2, massimo 4%. Il resto che incide è il prezzo della materia prima e oneri di varia natura (trasporto, distribuzione…)».

Certo è che oggi siamo chiamati tutti a trasformarci da utenti in clienti: «C’è una bella differenza: dal 1964 al 2002, in Italia vi era il monopolio della fornitura di energia, quindi ci si doveva adeguare al servizio nazionale, si era semplici utenti. Oggi siamo clienti: con il subentrare della liberalizzazione, siamo chiamati a scegliere l’operatore migliore cui affidarci, ma non è un cambiamento di mentalità immediato», spiega Ceriotti.

Qui entrano in gioco due figure professionali fondamentali, a supporto delle aziende e dei consumatori privati: l’energy manager e l’utility manager. «In azienda ci si è resi conto che i costi energetici oggi sono fuori controllo: ecco perché la richiesta di un energy manager come consulente strategico è cresciuta – racconta Michele E. Lo Martire, General Manager e Co-Founder, I-EHL’energy manager è colui che supporta l’azienda nelle scelte di consumo e utilizzo dell’energia. La sua caratteristica è la lungimiranza: basandosi sullo studio dell’andamento geopolitico e dei dati e sulle competenze acquisite sul campo, è in grado di consigliare al meglio l’utente su quali operatori scegliere e quali fonti di energia utilizzare. Chi in tempo di pandemia o prima, è stato in grado di finalizzare dei contratti pluriennali dinamici, magari facendosi affiancare da un energy manager, in grado di sbloccare dei prezzi fissi o di fissare delle indicizzazioni, oggi sta risentendo meno della crisi economica energetica. Il nostro compito è presidiare sia la parte dei consumi energetici, ma anche la gestione dei termini di contratto».

Compito quest’ultimo, senza dubbio, di pertinenza dell’Utility Manager, figura professionale “creata”, formata e promossa da Assium – l’ Associazione Italiana degli Utility Manager –, rappresentata alla tavola rotonda dal Presidente Federico Bevilacqua: «Come Associazione ci siamo molto battuti affinché questa figura venisse normata, cosa che poi è successa il 16 aprile 2020 con la Norma UNI 11782, che costituisce a tutti gli effetti la base del regolamento deontologico di questa professione. Quando il mercato dell’energia è diventato libero vent’anni fa, vi era davvero una giungla di offerte da parte degli operatori, che ha generato tanta confusione nei consumatori finali, e anche molta diffidenza. Ecco che essendo a stretto contatto con i consumatori e avendo il polso della situazione, è stato naturale come consulente pormi la domanda di come fare a garantire che i soldi delle persone e delle aziende – perché di fatto la bolletta questo rappresenta: un investimento – andassero nelle mani del fornitore giusto. Da qui, l’esigenza di istituire un albo di figure competenti e altamente formate: quella dell’Utility Manager».

L’Utility Manager non è altro che un esperto di utilities (energia elettrica, gas, telefonia mobile, fissa e connettività), che fa da ponte tra i fornitori e il consumatore finale (azienda o privato che sia). Il suo supporto è concreto e reale: supervisiona e consiglia per quanto riguarda la sottoscrizione dei contratti di fornitura o l’aggiornamento di quelli esistenti a condizioni più vantaggiose, aiuta nel controllo delle fatture e risolve qualsiasi problema legato alle utilities.

«Durante l’atto di redazione della legge, che è durato un anno e mezzo – prosegue Bevilacqua – Abbiamo tenuto conto di altre norme, che regolavano figure analoghe, come quella dell’Energy Manager, con cui non dovevamo entrare in conflitto su abilità, conoscenze e competenze. Riassumendo, quindi, all’Energy Manager spetta la gestione dei consumi; all’Utility Manager quella dei costi, dei contratti e delle offerte del mercato. In un’azienda oggi dovrebbero essere presenti entrambe le figure per garantire un efficace efficientamento dei consumi e dei costi energetici».

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